3 maggio 2021
βSocrate non faceva disporre sedili per gli ascoltatori, non si sedeva in alto su una cattedra professorale, non aveva un orario fisso per discutere o passeggiare con i suoi discepoli. Ma scherzando con loro, bevendo o andando alla guerra o all’agorΓ‘, e alla fine andando in prigione e bevendo il veleno, egli ha filosofato. E’ stato il primo a dimostrare che, con ogni tempo e in ogni luogo, in tutto quello che ci accade e in tutto quello che facciamo, la vita quotidiana ci dΓ la possibilitΓ di filosofareβ.
βZenone di Cizio si era recato ad Atene all’etΓ di trenta anni, e un giorno sedette nella bottega di un libraio. Costui leggeva il libro di Senofonte sui βDetti memorabili di Socrateβ, e Zenone ne provΓ² una tale gioia che chiese dove mai si potessero trovare uomini come Socrate. In quel momento in strada passava Cratete e il libraio glie lo additΓ² dicendo: βsegui quell’uomoβ. Da allora Zenone divenne discepolo di Cratete, e il suo spirito si convertΓ¬ totalmente alla filosofiaβ.
“Cratete era un filosofo della scuola cinica, di cui non si sa molto dato che le sue opere sono andate perdute. Sempre sereno ed estroverso, sempre totalmente disponibile verso gli altri, βaveva rinunciato alle sue ricchezze affidandole ad un banchiere, cui aveva raccomandato di darle ai suoi figli se si fossero dimostrati sciocchi e incolti, e di darle invece ai poveri se i suoi figli si fossero dimostrati filosofi; perchΓ© i suoi figli, se si fossero dedicati alla filosofia, non avrebbero avuto bisogno di nullaβ.
“Dal canto suo Zenone, dopo essere stato discepolo di Cratete, fondΓ² la scuola stoica, la quale con varie vicende perdurΓ² per molti secoli fino alla caduta dell’Impero romano. E Zenone racconta che βCratete, seduto nella bottega del calzolaio Filisco, un giorno dava lettura del βProtrepticoβ, una ‘esortazione alla filosofia’ scritta da Aristotele e dedicata a Temisone re di Cipro. In essa Aristotele faceva presente al re che nessuno era in condizioni migliori delle sue per dedicarsi alla filosofia, dato che oltre una buona fama aveva anche una grande ricchezza da poter dedicare a tale scopo. Mentre Cratete leggeva, il calzolaio seguiva con molta attenzione, pur continuando a occuparsi del suo lavoro; al che Cratete disse: βFilisco, credo proprio che anch’io scriverΓ² un βProtrepticoβ e lo dedicherΓ² a te, perchΓ© vedo che tu hai per la vita filosofica doti migliori di quel re per il quale lo ha scritto Aristoteleβ.
Questi episodi, riportati da fonti antiche, possono aiutare a comprendere quale fosse la concezione della filosofia originata nella Grecia classica e proseguita poi nel periodo ellenistico ed in quello dell’impero romano: essa consisteva innanzitutto in una scelta di vita che chiunque, anche un umile calzolaio, poteva abbracciare, dato che non si trattava di comprendere necessariamente tutte le sottigliezze di una dottrina filosofica, ma di vivere secondo essa. Socrate era stato l’iniziatore di questo modo di intendere la filosofia, e nellβantichitΓ ne era unanimemente riconosciuto come l’incarnazione stessa. Egli non lasciΓ² nulla di scritto e non elaborΓ² un suo sistema dottrinale compiuto, ma βvisseβ la filosofia nelle strade di Atene ogni minuto della sua esistenza, nel costante interrogare sΓ© stesso e gli altri perseguendo il bene umano proprio e altrui.
Una concezione lontana da quella dei giorni nostri, secondo la quale ogni dottrina filosofica Γ¨ sostanzialmente una costruzione sistematica astratta, piΓΉ o meno originale, che non sempre ha relazione diretta con il modo di vivere del filosofo e dei suoi lettori o seguaci. I filosofi antichi, dal canto loro, potevano anch’essi arrivare ad elaborare straordinarie e complesse speculazioni teoriche (basti pensare a Platone o ad Aristotele); ma da tali speculazioni essi derivavano pur sempre delle conseguenze concrete sull’esistenza buona da condurre, sul modo di vita giusto da adottare, innanzitutto da parte di loro stessi. Si trattava insomma in primo luogo di vivere da filosofi, e solo in via secondaria di teorizzare da filosofi.
La filosofia come scelta di vita, quindi: e pertanto essenzialmente come unβetica, perchΓ© anche le varie riflessioni filosofiche generali che i vari autori potevano svolgere circa il mondo e la natura, o circa il modo umano di conoscere e di ragionare, erano assai spesso funzionali a giustificare in ultima analisi una data dottrina etica, cioΓ¨ una dottrina relativa allβarte di vivere (tΓ©chne toΓ» biou, ars vivendi), guidata dalla ragione. Ed esattamente cosΓ¬, ad esempio, Aristotele concepisce la filosofia, esortando ad essa nel suo Protreptico citato prima.
Nei prossimi post analizzeremo un poco piΓΉ in dettaglio questa concezione classica delle dottrine etiche, con particolare riguardo a quella espressa da Aristotele.